La commissione e i due sinodi sulla famiglia

In questo questo sito della commissione regionale di pastorale familiare dell’Emilia Romagna cerchiamo comunicare un percorso condiviso. Lo facciamo in maniera parziale perché è una lunga storia e sintetizzarla sarebbe impossibile. Con questo articolo vogliamo esemplificare la partecipazione delle diocesi alle sollecitazioni che il Magistero di Papa Francesco e il cammino sinodale sulla famiglia ha fatto alla pastorale familiare della chiesa universale.

Vogliamo comunque recuperare in diversi degli articoli del nostro blog alcune delle esperienze significative del nostro percorso alcune delle quali anche precendenti alla nomina degli attuali responsabili avvenuta nel 2014. Lo facciamo perché riteniamo che alcune esperienze formative e alcuni percorsi compiuti abbiano ancora qualcosa da dire , nel merito e nel metodo, all’attuale pastorale familiare.



Sul sagrato di san Pietro abbiamo ascoltato le parole del S. Padre che ci ha ricordato che “Già il convenire in unum attorno al Vescovo di Roma è evento di grazia, nel quale la collegialità episcopale si manifesta in un cammino di discernimento spirituale e pastorale”. Abbiamo seguito con passione e partecipazione il cammino sinodale della Chiesa universale sulla famiglia consapevoli che “Per ricercare ciò che oggi il Signore chiede alla Sua Chiesa, dobbiamo prestare orecchio ai battiti di questo tempo e percepire l’«odore» degli uomini d’oggi, fino a restare impregnati delle loro gioie e speranze, delle loro tristezze e angosce (cfr Gaudium et spes, 1). A quel punto sapremo proporre con credibilità la buona notizia sulla famiglia” (Piazza San Pietro Sabato, 4 ottobre 2014).

L’Assemblea Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, celebrata dal 5 al 19 Ottobre 2014, e quella Ordinaria, celebrata dal 4 al 25 Ottobre 2015, hanno costituito un unico cammino sinodale, che è stato accompagnato nelle due tappe da una larghissima consultazione delle Chiese anche nelle loro articolazioni locali più piccole.

Immagini dalla veglia di preghiera 3.10.2015

“Ripartiamo da Nazaret per un Sinodo che, più che parlare di famiglia, sappia mettersi alla sua scuola, nella disponibilità a riconoscerne sempre la dignità, la consistenza e il valore, nonostante le tante fatiche e contraddizioni che possono segnarla”. Con queste parole, pronunciate dal S. Padre durante la veglia di preghiera della famiglia promossa dalla CEI in preparazione alla XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei vescovi, abbiamo ripreso il cammino e il confronto e, prima dell’uscita di Amoris laetitia, gli uffici famiglia delle nostre diocesi si sono confrontate sulla Relatio finalis del sinodo.

PARTE III della Relazione finale del SINODO 2015

Famiglia, inclusione e società

  • La terza età
  • La vedovanza
  • L’ultima stagione della vita e il lutto in famiglia
  • Persone con bisogni speciali
  • Le persone non sposate
  • Migranti, profughi, perseguitati
  • Alcune sfide peculiari
  • bambini
  • La donna
  • L’uomo
  • I giovani

dai n. 17 al 29

Ufficio Pastorale Famiglia Bologna

La terza età

Nella nostra diocesi la presenza di persone anziane e’ abbastanza elevata e soprattutto in città queste persone vivono spesso da sole.

E’ attiva da diversi anni una “pastorale degli anziani”, in collaborazione con il Vicario della famiglia e vita, che sostiene un’attenzione particolare verso queste persone, attraverso momenti comuni di preghiera, di confronto e di socializzazione.

In diverse parrocchie si dà risalto alla presenza delle persone anziane coinvolgendole in attività caritative, di segreteria, di aiuto e anche attraverso giornate a loro dedicate o attraverso attività settimanali di socializzazione.

Rimane comunque importante sollecitare in tutte le altre parrocchie questa attenzione all’anziano e alla sua solitudine.

Persone con bisogni speciali

Sono attive in diocesi diverse associazioni/movimenti che sono attente alle necessità particolari delle persone, sia quelle vedove (Movimento vedove cattoliche) che per i disabili.

Per questi ultimi l’attenzione e’ abbastanza alta e diverse realtà associative di ispirazione cristiana sostengono e accompagnano le persone con disabilità attraverso attività settimanali di custodia, di animazione e di socializzazione. Alcune di queste: Fondazione don Mario Campidori, Casa S. Chiara, Papa Giovanni XXIII, ecc.

E’ necessario coinvolgere maggiormente, nel sostegno delle attività, le comunità parrocchiali e i giovani.

Le persone non sposate

C’è scarsa attenzione e riconoscimento dell’importanza e del contributo che possono dare le persone non sposate alla vita della Chiesa e della parrocchia.

Migranti, profughi, perseguitati

In diocesi attraverso la Caritas diocesana e in accordo con la Prefettura si sono attivate una trentina di “accoglienze” di nuclei familiari o singoli di profughi e immigrati.

Nelle parrocchie dove è stata fatta questo tipo di accoglienza si sono attivate anche modalità di sostegno, accompagnamento e integrazione delle persone ospitate che tendono a coinvolgere nel progetto tutti i componenti della comunità attraverso modalità diverse: aiuto scolastico (anche per l’insegnamento della lingua italiana), lavorativo, di socializzazione, economico, ecc.

Si sottolinea la difficoltà di aiuto e integrazione che nasce dal numero elevato di immigrati che attraverso i Comuni vengono accolti nel territorio.

Alcune sfide peculiari

La convivenza,

È una realtà abbastanza diffusa anche nella nostra diocesi sia per scelta personale sia per “problemi” lavorativi di chi si è trasferito in diocesi (è più economico pagare un solo affitto invece che due).

I bambini

Nella nostra diocesi l’attenzione verso i bambini e la loro maturazione è in crescita.

Dalla “cura” dei genitori (sempre più bisognosi di accompagnamento) per aiutarli nella crescita e nell’educazione dei figli attraverso attività a loro dedicate come incontri, spazi di confronto ecc. organizzati dalle associazioni di sostegno familiare (Consultorio Familiare diocesano, ecc.) e dalle parrocchie; alla “cura” dei bambini soprattutto attraverso le attività di catechesi a loro dedicate e le attività oratoriali come l’”Estate Ragazzi” svolta nella quasi totalità delle parrocchie.

I giovani

Attraverso le modalità di accompagnamento dei giovani verso la preparazione remota e prossima al matrimonio (corsi di educazione dell’affettività, itinerari di preparazione al matrimonio) si cerca di far crescere la fiducia nei confronti della scelta matrimoniale attraverso la testimonianza vera e gioiosa di coppie che sperimentano nel tempo la ricchezza che procura al loro progetto d’amore il sacramento del matrimonio. In questo ambito c’è’ ancora tanto da fare.

Ufficio di pastorale familiare diocesi di Cesena – Sarsina

Problematicità

In questo capitolo si evidenzia quanto sia cambiata in un tempo relativamente breve la visione della struttura della società e come sia differenziata a livello mondiale.

Ciò che può causare un rallentamento nella corsa alla produttività , all’affermazione personale o a un’immagine patinata è visto come qualcosa da escludere o da eliminare (anziani, dolore e sofferenza, persone con problemi fisici o di comportamento) quasi potesse distrarre dallo sforzo totale volto a raggiungere gli obiettivi prefissati. Sembra che anche i bambini debbano entrare in questo vortice che frulla tutto.

Questa cultura sta pericolosamente offuscando l’immagine della famiglia tradizionale, tanto da farla sembrare troppo stereotipata soprattutto nei ruoli di padre/madre uomo e donna. La confusione e il disorientamento non permettono o non aiutano a tramandare il valore della famiglia cristiana.

Esperienze

Come Diocesi notiamo che la parrocchia è ancora un luogo “privilegiato” dove le persone possono fare esperienza di inclusione, attenzione alla propria situazione specifica, pur con tutte le fatiche di mettere insieme sacerdoti e famiglie o laici. Vediamo lo sforzo di provarci ed è quello che anche come pastorale familiare cerchiamo di fare con piccole proposte di cammini spirituali per persone che si trovano nel lutto, separati soli o riaccompagnati, giovani famiglie e coppie ancora in costruzione. In alcune zone sono presenti esperienze di accoglienza di profughi legate più al territorio. L’attenzione alla disabilità è nel nostro cuore , ma per il momento è lasciata al CVS, o altre associazioni.

Da sottolineare diversi “Centri anziani” esistenti nel nostro territorio che raggruppano anziani di età diverse e sono importanti per la socializzazione, il sostegno reciproco, ecc…  ma anche perché, con le diverse iniziative che mettono in campo, li fanno sentire  ancora utili e di  aiuto al prossimo. E’ molto importante e bello vedere tanti pensionati che si mettono a disposizione dei sacerdoti per servizi in parrocchia, nella Caritas, ecc…

I bambini sono seguiti soprattutto nei percorsi di iniziazione cristiana e di catechesi. La presenza dei giovani in parrocchia è molto variabile e spesso si tornano “in chiesa” quando battezzano i figli e/o pensano al matrimonio. Per questo i corsi in preparazione al sacramento del matrimonio sono un’occasione di un nuovo incontro con tante persone e, per questo, abbiamo attivato nella nostra diocesi una scuola di formazione per aiutare le coppie di sposi che, con tanta passione e sacrificio, svolgono questo servizio.

Proposte

Rileviamo il bisogno che vengano attuati cammini spirituali o formativi non a livello Diocesano, ma nei diversi vicariati/zone pastorali, che nella nostra diocesi sono molto diverse (partono da zone di mare per arrivare a zone di montagna).

Rileviamo la necessità di porre attenzione ai tempi della famiglia, proprio per riuscire a creare cordate fra generazioni e a mantenere le radici della nostra società.

Sentiamo come “necessario” il lavoro insieme ad altri uffici pastorali (giovani, vocazioni, pastorale sociale ) che non sia solo l’organizzazione di eventi spot, ma una programmazione di attività che ci vedano coinvolti sia per iniziative annuali che pluriannuali. Come dice il prof, Zamagni ci piacerebbe passare dalla collaborazione alla cooperazione e questo pare crei molti problemi non solo nei sacerdoti ma anche in noi laici.

Ufficio diocesi di Reggio Emilia-Guastalla

PROBLEMATICHE

Innanzitutto la parte affidata a noi è, come aveva detto don Solmi, una lettura de-occidentalizzata della famiglia, con tutto quello che ciò comporta: complessità, varietà, situazioni molteplici, contesti differenti, ecc.

In questa lettura ritroviamo molti tratti delle famiglie che intercettiamo nei nostri percorsi e questo ci può essere d’aiuto per  ricercare l’identità della famiglia cristiana.

La varietà delle figure che compongono la famiglia (coppia, figli, anziani, uomo, donna) e le mutevoli situazioni di vita rendono complesso e impegnativo l’approccio alla realtà della famiglia. Considerando anche le poche forze a disposizione, almeno così è per la nostra commissione diocesana, ci troviamo a dover fare delle scelte e dare la priorità a quanto concorre alla formazione e accompagnamento della famiglia (preparazione al matrimonio, gruppi sposi). Per tutte le altre situazioni ci sembra opportuno lavorare in sinergia con altri uffici o realtà, es accoglienza migranti con la caritas, problematiche relative alla donna con il CAV, giovani con la Pastorale giovanile.

ESPERIENZE

Per quando riguarda il punto 21, collegandolo al punto 65, possiamo riportare l’esperienza delle famiglie dell’emergenza attiva da diversi anni nella nostra diocesi. Si tratta di una convenzione tra il Comune di Reggio Emilia e un’Associazione che raduna una lunga serie di famiglie di varie realtà ecclesiali per la quale, quando un bambino deve essere immediatamente allontanato dalla famiglie da parte di assistenti sociali, trova appoggio per almeno un mese in una di queste famiglie, nel giro di poche ore (affido-emergenza). Tale servizio, reso da queste famiglie, è altamente apprezzato e manifesta una disponibilità ad aprire le porte della propria casa e a modificare il proprio ritmo di vita molto significativa. La testimonianza delle famiglie accoglienti è altrettanto positiva, anche se a volte non mancano le fatiche e le resistenze da parte dei figli già presenti in casa.

B) FAMIGLIA, AFFETTIVITÀ E VITA (Parte Prima CAP IV ) Diocesi di Faenza-Modigliana, Ferrara-Comacchio Fidenza, Rimini:

La rilevanza della vita affettiva

La formazione al dono di sé

Fragilità e immaturità

Tecnica e procreazione umana

La sfida per la pastorale

Ufficio Famiglia diocesi di Faenza-Modigliana

Problematicità:

– Generalizzata fatica del mettersi in discussione per conoscersi a aprirsi al dono a vari livelli; anche la mancanza di tempo nella giornata risulta incidere negativamente sul solo pensare di mettersi in discussione

– Modalità della Chiesa (incontri, programmi, formazione, conferenze, orari ben definiti) si addice sempre meno con lo stile sconnesso della famiglia oggi e con i suoi bisogni di attenzione

– Difficoltà persistente di collaborazione sinergica tra vari uffici diocesani

Esperienze:

– “Pillole” di attenzione attraverso contatti diretti che portano a esperienze: le migliori iniziative diocesane che come PF riusciamo a realizzare (anche in collaborazione con altri uffici diocesani o realtà associative) sono quelle per le quali PRIMA c’è stata tutta una cura alle persone coinvolte nella preparazione più che all’iniziativa stessa

– Formazione permanente ma di breve durata delle coppie guida dei vari percorsi per i fidanzati sparsi nella Diocesi: ci si conosce e si acquisisce consapevolezza e sicurezza sulla capacità di conduzione gruppo e sulla ministerialità di sposi oltre che la didattica

– La Pastorale Familiare ha modificato la propria azione pastorale rendendosi sempre più disponibile ad andare verso le parrocchie e i gruppi famiglia per iniziative locali e riducendo a pochi ma significativi gli incontri diocesani

– Sono attivi, seppur poco diffusi: Progetto TeenStar; Progetto Pioneer; gruppo diocesano di separati/divorziati

Proposte:

– Iniziazione cristiana da rivedere dove la vita affettiva ed educativa della famiglia non sia solo da corollario al bambino/ragazzo

– Valorizzare la casa come luogo di evangelizzazione sia intra che extra familiare.

Ufficio Famiglia diocesi di Ferrara-Comacchio

Problematicità

• Fatica nel condividere progetti e percorsi con altri uffici (catechistico, pastorale giovanile)

• Forte influenza nella mentalità comune di percorsi che destrutturano il concetto di rapporto-relazione-dono gratuito. Modelli proveniente in particolare dal mondo della scuola e del lavoro.

• Scarsa risposta delle componenti diocesane alle proposte formative.

Esperienze

E’ nata in questo anno pastorale una proposta dedicata alla formazione all’affettività con percorsi dedicati:

1. L’ape sul fiore: educazione all’affettività e alla sessualità nella scuola Primaria

2. Il favo stillante: educazione all’affettività e alla sessualità per gruppi parrocchiali e comunità

3. Seminare amore, coltivare responsabilità: educazione all’affettività e alla sessualità nella scuola Secondaria di Primo Grado

4. Amore e Psiche: educazione all’affettività e alla sessualità nella Scuola Secondaria di Secondo Grado.

Tutti questi percorsi si rivolgono ai giovani con un incontro di presentazione ai genitori ed eventuali percorsi dedicati anche a quest’ultimi. http://www.ufamigliadiocesife.com/lape-e-la-spiga/

Tentativo di rendere permanente, il percorso di formazione per i catechisti in preparazione al Sacramento Nuziale (terza esperienza).

Tentativo di una pastorale integrata e collaborativa con gli altri uffici pastorali, con proposte di co -elaborazione e co- promozione delle iniziative.

Percorso di incontri di preghiera rivolta a quanti hanno vissuto situazioni di legami coniugali spezzati (separazioni o divorzi) mettono al centro il nutrimento della Parola per la propria vita.

Proposte

Riorganizzazione della struttura dell’ufficio e della commissione diocesana per rendere più operative le proposte con appositi laboratori di sperimentazione e proposta.

Intensificare proposte come ufficio regionale, per sopperire alle difficoltà organizzative delle singole realtà, con un giusto tempo per promuovere e programmare.

Ufficio Famiglia diocesi di Fidenza 

Problematicità

:Come negli altri contesti, anche da noi si respira l’aria del ‘relativismo’ che dilaga dai mass media e questo influisce  inevitabilmente in tutti i nostri ambienti anche parrocchiali. Notiamo però che c’è un grande desiderio di capire ‘nel profondo’ per sopravvivere e questo ci incoraggia. Il nostro vescovo Carlo Mazza ha esortato la nostra Consulta di Pastorale Famigliare a ripensare i corsi di preparazione al matrimonio. Per questo ci ha chiesto di attendere che venga pubblicata da Papa Francesco la lettera apostolica post Sinodo

Esperienze

Noi siamo molto carenti nei percorsi di preparazione immediata, mentre abbiamo un’esperienza ben sperimentata per l’educazione remota a partire dalla pre- adolescenza e abbiamo avuto anche una ricaduta molto positiva sul nostro territorio dopo la formazione a Modena di Per educare il cuore dell’uomo, da parte degli insegnanti che vi hanno partecipato, più precisamente nella scuola primaria e nella scuola media, mentre non è andata a buon fine nella scuola superiore.

Proposte

Come sottolineato anche in altre situazioni, per noi in questo momento storico, l’educazione affettiva deve avere la priorità, a partire dalla pre-adolescenza, attraverso percorsi formativi che scaturiscano da  collaborazioni integrate della pastorale.

Ps: vi alleghiamo a questo proposito due contributi che ci sono stati chiesti dall’Ufficio Famiglia Nazionale rispettivamente per:

-il corso formazione operatori fidanzati  on-line del 18/02/2016 e

-il convegno Laudato Sì per l’amore coniugale del 28/02/2016 a Peschiera del Garda

per chi lo desidera possiamo poi inviare anche le slides via we transfer

Ufficio Famiglia diocesi di Rimini

Il tema della rilevanza affettiva è, a nostro avviso, centrale nella pastorale familiare.Viviamo un contesto sociale e culturale non più favorevole all’amore cristiano.Affrontare questo tema significa riflettere sull’educazione all’affettività e sessualità dei giovani, sugli itinerari in preparazione al matrimonio, sull’accompagnamento delle coppie nei primi anni del matrimonio e delle sempre più numerose coppie di conviventi. Più in generale ci dobbiamo interrogare su come le nostre comunità annunciano e testimoniano il Vangelo del matrimonio con tutta la carica positiva della sessualità intesa come dono di Dio per gli sposi, contrastando la cultura del Gender che vuole la persona capace di autodefinirsi nella sua identità sociale, umana e sessuale, affrancandosi dal disegno originale di Dio. Tutto questo ci porta a dire che non è un “affare”esclusivo e delegabile alla Pastorale familiare, ma vanno messe in campo tutte quelle risorse e competenze che possono aiutare ad affrontare il tema nella sua complessità; a partire dalla Pastorale giovanile con quale costruire percorsi di preparazione al matrimonio che prevedano le 3 fasi di FC 

  • Aiutare le coppie nella maturazione della dimensione emozionale e nello sviluppo affettivo attraverso la promozione del dialogo, della virtù e della fiducia nell’amore misericordioso di Dio.Occorre accogliere le persone con comprensione e sensibilità nella loro esistenza concreta, e saperne sostenere la ricerca di senso 
  • Muovere nella convinzione che l’uomo viene da Dio e vive costantemente alla Sua presenza. Aiutare le giovani coppie ad essere per i figli i primi educatori nella formazione del vivere l’affettività fra uomo e donna in modo gioioso e corretto secondo la natura che Dio ha deciso di donarci. Il giovane si forma così ad una affettività pulita e casta e sarà in grado di donare e vivere questa modalità sia in una futura sua vita di coppia sia nelle relazioni sociali tra uomini e donne. -Educare gli sposi a vivere la loro relazione con lo stile della castità coniugale FC 33Eucaristia e preghiera per mettere al centro di ogni nostra azione nell’incontro con il Signore e la Sua volontà. Abbiamo anche bisogno, nel nostro specifico di sposi cristiani, di approfondire meglio il dono ricevuto nel sacramento del matrimonio. 

Alcune piste di lavoro. 

1. Prendersi cura dell’intimità della coppia e della famiglia, della qualità della relazioni affettive specialmente in alcuni momenti chiave. 

Quali percorsi di accompagnamento? Quale lo specifico ruolo dei gruppi famiglia? 

2. Quale può essere il ruolo della Chiesa nello specifico educativo all’affettività? Anche qui alcuni momenti chiave come l’adolescenza, la preparazione al matrimonio, i primi anni da sposi. Il tutto pensato e vissuto nei propri ambienti di vita 

3….e se i figli non arrivavano? Come essere vicini a queste situazioni sempre più diffuse? Come ri/affermare la bellezza e distinzione della fecondità spirituale rispetto alla fecondità procreativa? 

4. Cosa vuol dire “Chiesa in uscita” in questo contesto culturale nel quale ogni persona e ogni coppia vive una morale autodefinita senza nessun riferimento al progetto di Dio? 

4. Ri/vedere la formazione dei formatori. Una formazione capace di incarnare il vangelo del matrimonio nel contesto nel quale vivono le coppie e le famiglie oggi. 

C) FAMIGLIA E ACCOMPAGNAMENTO PASTORALE (C.III Terza Parte) diocesi di Forlì-Bertinoro, Imola, Modena-Nonantola, San Marino

Famiglia e accompagnamento familiare (cap. 3 parte III):

Situazioni complesse

Accompagnamento in diverse situazioni

Discernimento e integrazione

Ufficio famiglia Diocesi di Forlì-Bertinoro

Analizzando il capitolo in oggetto, notiamo subito l’assenza  di coltivare in primis le famiglie “normali” come luogo di bellezza e condivisione.

Per quanto riguarda, invece, i vari ambiti descritti ( con riferimento ai matrimoni misti , disparità di culto, famiglie con al loro interno persone con tendenza omosessuale …) segnaliamo che la Diocesi non ha attivato esperienze pastorali sia perché poche sono le forze sia perché il loro numero, a nostra conoscenza, è esiguo.

Problematicità 

• Non sempre i gruppi famiglia o i gruppi associativi e/o parrocchiali sono luoghi di vera relazione e condivisione di vita (difficoltà e gioie)

• Dove sono i  sacerdoti nella pastorale familiare?! Sono troppo oberati da mille occupazioni e di tempo ne rimane poco!

• Nelle parrocchie  si organizzano iniziative sporadiche di pastorale familiare (festa anniversari, incontri di riflessione …) spesso senza un progetto e senza informare o coinvolgere l’Ufficio famiglia, semplicemente per una maggiore divulgazione.

Esperienze

• L’ accompagnamento pastorale inizia con i corsi per i fidanzati, non solo in prossimità della celebrazione del sacramento del matrimonio, ma si è tentato di istituire dei corsi biennali di discernimento ed accompagnamento durante il periodo del fidanzamento

• Creazione di una consulta diocesana di tutte le associazioni, movimenti e gruppi famiglia presenti nella chiesa locale, per condividere un cammino diocesano unitario e far rete.

• In diversi gruppi famiglia sono già presenti coppie di conviventi, separati e risposati.

• Formazione di equipe parrocchiali e di unità pastorali per l’accoglienza e l’accompagnamento delle coppie/famiglie che chiedono il sacramento del Battesimo per i figli.

• Formazione di equipe parrocchiali e di unità pastorali per la catechesi per le famiglie con bambini 0-6 anni (iniziazione cristiana).

Queste ultime due esperienze danno modo di avvicinare ed accogliere le coppie/famiglie che solitamente non partecipano alla vita della Chiesa e iniziare con loro un cammino anche verso il sacramento del matrimonio.

• In Diocesi sono presenti anche l’esperienza di Incontro Matrimoniale e Retrouvaille

• Negli ultimi anni, nei momenti diocesani, sono state inserite testimonianze di famiglia che edificano e danno speranza.

Proposte

• A livello diocesano occorre investire maggiormente affinchè ci siano persone/famiglie formate e disponibili a spendere tempo ed energia a servizio della pastorale familiare nelle sue molteplici sfaccettature

• A nostro parere occorre favorire la nascita ed il proliferare di gruppi-famiglia nelle varie realtà

parrocchiali o di unità pastorali.  Gruppi di famiglie che maturano insieme nella fede, condividendo momenti di preghiera e momenti di vita quotidiana, che si sostengono e si fanno promotori insieme di testimoniare la bellezza del sacramento del matrimonio, di uscire dalle “loro case” per accogliere ed aiutare le coppie e famiglie in situazioni complesse.

Ufficio famiglia Diocesi di Imola

Problematicità 

◦ I capitoli richiamano all’accompagnamento pastorale delle singole persone, della coppia e della famiglia. I temi sono ben conosciuti nel nostro territorio, in particolare la convivenza, la separazione/divorzio dei coniugi, validità del matrimonio.

◦ ne sono ben consapevoli in particolare i sacerdoti, i catechisti, le associazioni educative (Azione Cattolica, Agesci, movimenti).

◦ Da una parte sono aumentati i casi e dall’altra c’è una maggiore attenzione a queste situazioni. Nei riguardo ai figli non ci sono rigidità pastorali mentre per certe situazioni “irregolari” resta un “pre-giudizio” di fondo nelle comunità; in generale sono cmq situazioni che le persone considerano nella norma.

◦ Le convivenze sono oramai la norma e in Diocesi sono aumentati i corsi di preparazione al matrimonio e la richiesta di corsi o appuntamenti per fidanzati. A parte le parrocchie più strutturate che coinvolgono dei laici, nella maggior parte è soltanto il sacerdote ad occuparsi dell’accompagnamento delle coppie.

◦ La secolarizzazione e i casi irregolari hanno comportato una maggiore attenzione nella preparazione ai Battesimi (occasione di incontro e catechesi) e nei vari sacramenti.

◦ Non esistono casi o situazioni particolari segnalate per le persone omosessuali oltre alla richiesta “politica” di riconoscimento civile.

◦ Un problema della ns diocesi è certamente l’autoreferenzialità dei parroci e delle parrocchie, dei movimenti e delle associazioni

Esperienze

◦ A livello diocesano non ci sono esperienze specifiche se non parrocchiali

◦ Abbiamo istituito un appuntamento diocesano per giovani coppie e fidanzati per essere da stimolo alle attività parrocchiali

◦ Sono presenti in diocesi molte attività per le coppie e le famiglie portate avanti da associazioni o congregazioni

Ufficio famiglia Diocesi di Modena-Nonantola

Problematicità

Ad extra :

possibilità  efficaci di diffondere in modo capillare le iniziative (passano solo se ci credono i Parroci e ne hanno bisogno);

Ad intra:  – la gestione competente delle relazioni che si presentano con l’inserimento di nuove persone, orientandole alle finalità pastorali del gruppo (crescita spirituale personale, comunione con tutta la Chiesa)

1.1. relative ai suggerimenti sinodali

Relativamente alla pastorale con le “famiglie ferite”, ci soffermiamo in particolare su due gruppi di persone:

A. persone con tendenza omosessuale: un cammino spirituale è necessario  farlo in modo specifico?

– ci si rivolga a queste persone non giudicandole, ma amandole, affiancando e accogliendo le famiglie che vivono questa realtà. Accogliere significa non condannare, cercare ciò che edifica in ogni situazione, discernere i condizionamenti culturali o sociali che discriminano o incentivano certi comportamenti e, se possibile, scardinarli.

Le famiglie che vivono queste situazioni hanno bisogno di essere aiutate da bravi pastori e da figure professionalmente preparate per accompagnare e guidare la crescita e lo sviluppo dei figli alla luce del Vangelo. Ci sembra necessario evitare in modo particolare di promuovere interventi pastorali specifici per non ghettizzare o enfatizzare la condizione delle persone con tendenza omosessuale, ma inserirle nella quotidianità della vita della Chiesa

B. Come affrontare la pastorale per coppie con disparità di culto o con una prospettiva di matrimoni misti?

-non abbiamo esperienze di questo genere, ma questo fenomeno è in crescita nelle nostre realtà

Esperienze

Parlando di famiglie ferite (separati, divorziati, divorziati risposati…) l’esperienza della nostra Diocesi riguarda un gruppo di 30/40 persone (prevalentemente donne, giovani ma anche con vari anni di matrimonio, separati, divorziati, risposati), con forte incremento numerico recente; la maggior parte con figli. Le storie di provenienza sono le più svariate, ma principalmente legate ad una precedente storia di fede. Estraneità precedente dei componenti del gruppo, che si è trasformata in una amicizia anche profonda. L’esperienza va avanti dal 2003, ed è fatta di

• attenzione alla situazione che le persone vivono (“Bollettino”)

• PREGHIERA sempre, con Salmo, Vangelo con commento, preghiere Taizè

• NO lezioni MA condivisione di esperienze di vita e di fede

• Clima di ascolto/comunicazione molto alto.

• Empatia emotiva-forte; libertà di espressione dei sentimenti/stati d’animo; rispetto per i più silenziosi.

Proposte

Proponiamo per una pastorale più vicina a queste situazioni:

  • Un coordinamento regionale con finalità PASTORALE , cioè arricchimento reciproco e scambio di esperienze tra le Diocesi dell’E.R., sui percorsi di accompagnamento delle famiglie ferite.
  • Avviare dei cammini di Pastorale Familiare che coinvolgano famiglie straniere con particolare attenzione a quelle con matrimoni misti e disparità di culto.
  • l’inserimento dei seminaristi nelle attività proposte dall’Ufficio Famiglia e la loro partecipazione a gruppi sposi parrocchiali. Auspicabile inoltre il coinvolgimento di famiglie con anni di matrimonio e esperienza alle spalle all’interno dei percorsi di formazione per il sacerdozio.
  • sviluppare rapporti di “prossimità” ed amicizia, in modo da maturare iniziative pastorali con le quali sia possibile “prendersi cura” delle persone/famiglie ferite, superando la tendenza di rinchiudere il “problema” nella sfera privata, confidenziale e confessionale. Sono molto importanti le testimonianze di coppie che hanno recuperato la fiducia e l’amore reciproco

Una coppia in difficoltà potrebbe essere accompagnata da una coppia più matura attraverso un percorso di tutoraggio.

  • avvicinare i conviventi e far scoprire loro la “bellezza” del matrimonio cristiano
  • È opportuno educare e stimolare la Comunità all’apertura del cuore e della mente alle fragilità che investono la famiglia, suscitando la sensibilità necessaria per vedere, ascoltare e farsi prossimi.  
  • Si potrebbe proporre un collegamento, a livello diocesano, a supporto delle Parrocchie riferito a questo ambito pastorale, come avviene per i centri di ascolto e di aiuto promossi della Caritas, al fine di non lasciare il campo  alla sola spontaneità e improvvisazione degli operatori nel  servizio di accompagnamento e di sostegno alle famiglie.

I diaconi, essendo per la quasi totalità sposati, possono avere un compito particolare nella formazione della comunità e possono essere un punto di riferimento per le altre famiglie.

Ufficio famiglia Diocesi di San Marino-Montefeltro

Il capitolo analizza numerose situazioni di vita in cui il dono del matrimonio cristiano è offuscato o addirittura compromesso. Sul piano pastorale, si tratta di situazioni nuove, sia perché aumentate di numero nel corso degli ultimi anni, sia perché lo sguardo della Chiesa su di esse è mutato, nei termini di una maggiore attenzione.

La Diocesi non ha attivato esperienze pastorali nei vari ambiti descritti (soprattutto perché fino ad ora concentrata sulla preparazione dei fidanzati al sacramento e nell’accompagnamento degli sposi che desiderano coltivare la bellezza del matrimonio).

Tuttavia è possibile riassumere alcune brevi considerazioni e piste di lavoro per la nostra diocesi (sollecitate proprio dalla stagione sinodale che stiamo vivendo):

  • la sensibilità della comunità cristiana raramente esprime un rifiuto o una emarginazione dei conviventi, separati e divorziati risposati, così come delle persone omosessuali, anche se i gesti concreti di accoglienza e coinvolgimento di questi fratelli sono sporadici;
  • i casi di matrimoni misti o con disparità di culto sono estremamente rari in diocesi (diverso è il caso in cui un partner non è credente, ma non viene realizzata un’attenzione ad hoc);
  • l’Ufficio diocesano sta riflettendo riguardo a possibili iniziative di accompagnamento spirituale delle persone separate, individuate come emergenza prioritaria tra le varie situazioni difficili; tali proposte (ad es. incontri di preghiera) si vorrebbe fossero avviate nel breve periodo, anche come segno permanente dell’anno giubilare;

Un secondo ambito in cui si desidera incidere concretamente è l’offerta almeno di un punto di primo ascolto da offrire a separati e coppie in crisi, nella prospettiva del servizio di mediazione auspicato al n. 82 della Relazione.

FAMIGLIA ED EVANGELIZZAZIONE

Cap IV Terza parte (Diocesi di Parma Piacenza-Bobbio e Ravenna-Cervia)

La spiritualità familiare

La famiglia soggetto della pastorale

Il rapporto con le culture e con le istituzioni

L’apertura alla missione

Ufficio Famiglia Diocesi di Parma

UFFICIO DIOCESANO PER LA PASTORALE FAMILIARE

Contributo di Parma su Famiglia ed evangelizzazione (III parte, cap. IV della Relatio Synodi 2015)

Problematicità  

Difficoltà a comprendere la famiglia come soggetto della pastorale da parte di presbiteri, laici e le famiglie stesse. Persiste ancora l’immaginario della famiglia come oggetto della evangelizzazione. Persiste, inoltre, la difficoltà da parte delle famiglie stesse a vivere i momenti pastorali e formativi come momenti in cui esse stesse sono soggetti. 

Le famiglie e i gruppi familiari, si comprendono scarsamente come evangelizzatori, annunciatori della buona notizia evangelica.

Tutto ciò si riscontra in parrocchia e nella vita familiare stessa. 

La dimensione spirituale della vita familiare si limita nella maggior parte dei casi alle proposte parrocchiali e/o diocesane. Manca la ri/scoperta della preghiera familiare e l’ascolto in famiglia della Parola. La spiritualità familiare vissuta come sorgente e fondamento dell’impegno ecclesiale è una dimensione da riscoprire e valorizzare. Si tende ancora a vivere la dimensione ecclesiale/comunitaria come sorgente della vita spirituale dei singoli componenti della famiglia.

Esperienze

In diocesi, riprende la formazione degli operatori di pastorale familiare, attraverso week end formativi su moduli tematici e una scuola di formazione pastorale progettata ma ancora da attivare. 

Oltre ai tradizionali percorsi di preparazione prossima al matrimonio che stiamo ripensando legati all’anno liturgico, in un percorso di tipo catecumenale, che vuole essere per molti anche una occasione di riscoperta della fede, e che vanno da ottobre a maggio (è iniziata una riforma in tal senso dei cosiddetti corsi), 

sono in atto da tre di anni, cammini diocesani di preparazione remota alla vita affettiva e familiare: “Amori in corso” negli anni pastorali 2013-2014, 2014-2015, e “Tempo d’amore” nel 2015-2016 per quei giovani che pur non avendo in vista il matrimonio, vogliono vivere un cammino cristiano di fidanzamento. 

Accanto a questi vi sono altre due proposte parrocchiali dello stesso tipo: il Convegno Famiglie diocesano, 

alcuni incontri dedicati alle famiglie ferite e alla responsabilità genitoriale delle coppie separate, la ”Preghiera per i figli”, quale momento di spiritualità e preghiera familiare presso il Centro Diocesano di Spiritualità Coniugale, sono alcune iniziative ed esperienze della nostra Chiesa nell’ambito dell’evangelizzazione. A queste si aggiunge l’apertura della Porta Santa presso lo stesso Centro il 29 maggio p.v. Essa sarà spalancata agli sposi, alle famiglie e ai gruppi che la vorranno attraversare; inoltre sarà aperta anche per coloro che non possono ricevere i sacramenti dell’Eucarestia e della Penitenza. La nostra diocesi sta approntando un Servizio di informazione, consulenza e mediazione familiare per le famiglie ferite e per quei fedeli separati che vogliono verificare la validità del proprio matrimonio, secondo le indicazioni e le sollecitazioni di papa Francesco.

Proposte

Valorizzare maggiormente la collaborazione tra gli Uffici Pastorali diocesani, in particolar modo tra la Pastorale Giovanile, l’Ufficio Catechistico e la Pastorale Familiare, per una pastorale d’insieme che si faccia carico della formazione alla vita affettiva, matrimoniale e familiare, nella fede, fin dagli anni dell’adolescenza. In questo valorizzare le coppie come soggetti attivi della catechesi, della formazione remota e prossima alla vita matrimoniale e familiare, in collaborazione con i ministri ordinati.

Valorizzare la famiglia nei vari ambiti pastorali: preparazione al battesimo, catechesi familiare, l’animazione liturgica, l’animazione dei gruppi sposi/famiglia. Per questo ri/attivare la formazione delle coppie operatrici di pastorale familiare in senso missionario ed evangelizzatore

Creare momenti e luoghi di prossimità familiare: la famiglia come sostegno alla famiglia: banca del tempo, momenti e spazi parrocchiali di affido dei figli e di attività per i figli per lasciare spazio e tempo ai genitori di formarsi pastoralmente e spiritualmente.

Ufficio famiglia Diocesi di Piacenza-Bobbio

La lettura degli ultimi punti del documento sinodale non ci dice in realtà nulla di veramente nuovo, se non sottolineare con maggior forza quello che la Chiesa da anni annuncia: la necessità di un nuovo slancio di evangelizzazione a partire dalla famiglia nel suo interno sostenendo una catechesi che approfondisca la dimensione spirituale , la soggettività della famiglia nella pastorale e la valorizzazione della sua presenza missionaria nella realtà ecclesiale, sociale e politica nel confronto con una cultura che è sempre più scristianizzata e disumanizzante.

Detto questo, abbiamo tentato un confronto produttivo all’interno dell’Ufficio Famiglia, consapevoli che nella nostra Diocesi stiamo vivendo un momento di estrema difficoltà (non solo per la mancanza di un sacerdote direttore dell’Ufficio). Mai come ora abbiamo fatto esperienza di sentirci “servi inutili”.

Ci sembra di aver colto questi punti critici:

  • non esiste una lettura lucida della realtà della coppie e della famiglie, si guarda a ciò che dovrebbe essere e non a quello che è
  • ogni parrocchia è autoreferente nella pratica della pastorale, privilegiando la prassi dell’iniziazione cristiana e lasciando la pastorale familiare ai margini o all’iniziativa di qualche coppia di buona volontà
  • impossibilità di proporre iniziative diocesane di più largo respiro che riguardano la catechesi familiare
  • si fatica ad abbandonare la logica del già fatto, perciò spesso l’unica esperienza che permette di intercettare la dimensione spirituale della famiglia è relegata al cammino catechistico dei figli piccoli
  • i cammini con i fidanzati non sono collegati con la pastorale giovanile  nell’ottica di una preparazione remota, in termini di vocazione e affettività.  I giovani adulti che appartengono ai vari gruppi parrocchiali sono quelli più penalizzati perché, nonostante si dimostrino un terreno fertile, non ricevono risposte adeguate. 
  • si è legati ancora alla logica dei grandi numeri e in quest’ottica non si rischia un’esperienza forte anche per pochi.
  • estrema difficoltà nel riconoscere e valorizzare i carismi laicali, soprattutto quello degli sposi cristiani, per questo la famiglia viene fondamentalmente “inattivata” come soggetto della pastorale.
  • difficoltà di collaborazione con il Forum delle Associazioni familiari presente in Diocesi perché di fatto, invece di privilegiare la promozione e il ruolo della famiglia nel tessuto sociale e politico, svolge un’azione  che in pratica gli viene riconosciuta come esaustiva di tutta la pastorale familiare.

 Le esperienze presenti in Diocesi sono fondamentalmente queste:

  • i gruppi sposi che, con modalità diverse, sono nati in alcune parrocchie
  • i cammini di preparazione prossima al matrimonio seguiti da coppie e sacerdoti nelle varie parrocchie (anche qui con modalità abbastanza diverse)
  • incontri per genitori dei bambini che frequentano il catechismo nei quali la pastorale familiare non è coinvolta.
  • Festa della famiglia in alcune Unità Pastorali

Le prospettive:

  • ricerca di esperienze forti di spiritualità familiare extra-diocesane da proporre anche a pochi
  • necessità di sostenere e formare almeno quelle coppie di buona volontà che si mettono in gioco nei gruppi sposi e nei cammini per i fidanzati, consapevoli che saranno questi a coltivare relazioni significative intorno a loro.

Ufficio diocesano per la Famiglia Diocesi di Ravenna-Cervia

Problematicità 

  • Difficoltà, a vari livelli (sacerdoti, uffici pastorali), a considerare la famiglia come soggetto di pastorale.
  • I gruppi sposi/famiglie, con difficoltà, comprendono la propria vocazione alla missionarietà e all’annuncio, sia in famiglia, che fuori.
  • Non c’è molta attenzione alle famiglie ferite e in difficoltà nelle comunità parrocchiali. E lo stesso dicasi dell’accoglienza di giovani coppie appena sposate.

Esperienze

  • È in atto un “Itinerario formativo per accompagnatori degli adulti”, dove alcune coppie si preparano per  accompagnare nella fede genitori e famiglie nel tempo dell’iniziazione cristiana dei loro figli.
  • L’ufficio famiglia prepara schede rivolte ai gruppi sposi/famiglie approfondendo il tema e il libro della bibbia scelto per tutta la diocesi. Sono inserite in un sussidio diocesano insieme a schede di altri uffici.
  • Nella festa della famiglia diocesana, si approfondiscono tematiche sui “nuovi stili di vita e custodia del creato” con il coinvolgimento di altri attori come: G.A.S. (Gruppi di Acquisto Solidali); VILLAGGIO GLOBALE per un commercio equo; COLTIVATORI DIRETTI con la CAMPAGNA AMICA.
  • La “Festa degli innamorati” per San Valentino è preparata con la Pastorale Giovanile e l’Azione Cattolica, rivolta in particolare a coloro che si stanno preparando al matrimonio.

Proposte

  • Superare la divisione settoriale per competenze degli uffici pastorali diocesani, creando aree di pastorale, ad es. “Evangelizzazione e Catechesi”, dove più uffici, pur mantenendo la loro specificità, lavorino insieme.
  • Si sta lavorando insieme alla Caritas diocesana per il progetto “Rifugiato a casa mia”.

La riflessione sulla Relatio continua sull’Esortazione post Sinodale Amoris Laetitia. Approfittando di un fine settimana estivo si siamo ritrovati per ascoltare l’analisi che dici ha fatto il nostro vescovo delegato, mons. Solmi che ha direttamente vissuto i lavori sinodali.

È stata un’occasione fruttuosa che ci ha convinto anche a riprendere in mano il tema della preparazione al matrimonio che sia il cammino ecclesiale che il contesto sociale ci spingevano a riconsiderare contenutisticamente e metodologicamente. Un lancio per le attività del 2017.

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